IL CONVEGNO DEI GIUSLAVORISTI A LUCCA: GRANDE PARTECIPAZIONE, DIBATTITI E APPROFONDIMENTI

24 ottobre 2023

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IL CONVEGNO DEI GIUSLAVORISTI A LUCCA: GRANDE PARTECIPAZIONE, DIBATTITI E APPROFONDIMENTI

 

Il 7 ottobre si è chiuso  il Convegno nazionale AGI – Avvocati Giuslavoristi Italiani a Lucca, presso il Teatro del Giglio.


LA CRONACA DEL 7 OTTOBRE

La mattinata si è aperta con la tavola rotonda “Il valore del lavoro, dovere di diligenza e solidarietà” sulla proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità moderata da Alberto Orioli, vicedirettore de Il Sole 24 Ore.

A illustrare alcuni contenuti della futura proposta di Direttiva è stato Juan Gómez-Riesco Tabernero de Paz, Legal and Policy Officer Company law Unit della Commissione europea. Quindi Robert Grabosch, LL.M. (Cape Town) Rechtsanwalt (Attorney-at-law, Germany) Mediator COSU LEGAL, ha parlato della legge tedesca sulle due diligence dei fornitori (Lieferkettensorgfaltspflichtengesetz) che estende gli obblighi per il rispetto dei diritti umani e ambientali al campo commerciale e imprenditoriale. Antoine Lyon-Caen, professore di Diritto del lavoro dell’Università Paris Nanterre e Avvocato al Consiglio di Stato e Corte di Cassazione, in merito alla legge sulla diligenza francese ha sottolineato che: «La personalità giuridica di un gruppo, di un’azienda, di una rete non garantisce più l’impunità dal prevenire i rischi e risarcire i danni». Daniel Gros, direttore dell’Institute for European Policymaking, ha invece provocatoriamente posto una domanda in merito alla proposta: «Tutti vogliamo che ci sia più rispetto dei diritti umani e tutela dell’ambiente nel mondo, ma siamo sicuri che sia questo lo strumento giusto? L’approccio di costringere le imprese a certificare i rischi serve davvero ad aiutare i paesi in cui questi rischi possono verificarsi oppure può frenarne lo sviluppo?».

Terminata la tavola rotonda si è svolto il “Dialogo” tra Margherita Cassano, prima presidente della Corte di Cassazione, e Tatiana Biagioni, presidente nazionale AGI, su “Giustizia e Diritto. 50 anni del processo del lavoro”. A moderare Vincenzo Antonio Poso, avvocato AGI e consigliere della Fondazione Giuseppe Pera. Tanti i temi trattati: processo del lavoro, trattazione da remoto, dovere della sintesi. Si è parlato anche del ruolo della Corte Costituzionale e dell’evoluzione della giustizia. «La nomofiliachia oggi non è da delineare in senso verticale, quindi con ruolo di dominanza della Corte, ma si nutre di un dialogo circolare tra giudici di merito e della cassazione. C’è quindi una circolarità, che si realizza anche attraverso l’apertura al costante apporto da parte della comunità degli avvocati e scientifica», ha detto Cassano. E ancora: «Ci è richiesto un mutamento di prospettiva culturale: il mito che l’unico modo di risolvere un conflitto sociale sia rivolgersi a un giudice deve “cadere”. Dobbiamo sperimentare le forme alternative di risoluzione delle controversie, non per una fuga dalla giurisdizione ma per un principio di realtà». Sul processo del lavoro, argomento specifico del confronto, Biagioni ha sottolineato che: «Quello del lavoro (con le sue caratteristiche di oralità e immediatezza, che sono da difendere) è il processo che ha dato i migliori risultati nel nostro paese, non a caso è stato ben poco interessato dalla recentissima riforma del processo civile. Ma è vero che esistono problematiche e anche forti differenze tra luogo e luogo, in alcune realtà i problemi sono strettamente connessi alla carenza di personale e, talvolta, a difficoltà organizzative».

A seguire il “Dialogo” tra AGI e Pianeta Terra Festival “Il valore del lavoro sostenibile: ambiente, responsabilità sociale, governance” moderato da Silvia Volpi, vicepresidente della Fondazione Giornalisti Toscana. Pietro Curzio, presidente emerito della Corte di Cassazione, sul lavoro dignitoso ha detto che «dignità è anche tutela dell’integrità psico-fisica e anche se sulla sicurezza sul lavoro molti passi avanti sono stati compiuti, la situazione resta critica. E non si risolve infliggendo sanzioni penali ma con la prevenzione». Luisa Corazza, professoressa ordinaria di Diritto del lavoro dell’Università degli Studi del Molise, sulla sostenibilità del lavoro ha sottolineato come sia necessario individuare «un sentiero comune per cui senza solidarietà sociale è difficile raggiungere sostenibilità ambientale e viceversa, un approccio verso il quale va anche la direttiva europea sulla diligenza delle imprese». Edoardo Zanchini, direttore dell’ufficio clima del Comune di Roma, già vice presidente di Legambiente, ha aggiunto: «Fare i conti con la necessità di salvaguardare il futuro e accelerare la transizione ecologica è il grande tema della politica, soprattutto in settori “delicati” per cui si aprono cambiamenti epocali e che occorrerà accompagnare nel processo». Anche Valeria De Lucia, avvocata, ha ribadito «la preoccupazione rispetto agli scenari che si prospettano in materia di occupabilità a seguito di questa rivoluzione così veloce e un po’ inattesa dai nostri legislatori. Siamo passati a un sistema in cui l’attenzione ai temi sociali e ambientali era solo una medaglia da appuntare al petto del più illuminato imprenditore a un sistema in cui iniziamo ad avere leggi più specifiche a livello nazionale e internazionale».

Infine la presentazione del libro “Il lavoro del lavoro” (Il Sole 24 Ore) da parte del vicepresidente AGI Gianpiero Belligoli. Presenti gli autori: Aldo Bottini, avvocato e past-president AGI, e Alberto Orioli, vicedirettore de Il Sole 24 Ore.

A conclusione dei lavori la presidente Biagioni ha salutato tutte le avvocate e gli avvocati giuslavoristi in platea, rinnovando l’appuntamento per il convegno all’anno prossimo a Roma. 


LA CRONACA DEL 6 OTTOBRE

I lavori della mattinata si sono aperti con il “Dialogo”, moderato dal giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, tra Bruno Caruso, avvocato e professore ordinario di Diritto del lavoro dell’Università degli Studi di Catania, e Orsola Razzolini, avvocata e professoressa associata di Diritto del lavoro dell’Università degli Studi di Milano, sul tema “Valore del lavoro e libertà economiche nell’impresa sostenibile: un necessario equilibrio tra socialità ed efficienza”.

«La questione ambientale costringe il diritto del lavoro a diventare non solo più maturo e adulto, ma anche plurale nei suoi valori – ha detto Caruso introducendo il dialogo – la riforma ambientalista, inserita in Costituzione, ha un chiaro significato: non è più legittima costituzionalmente l’alleanza tra impresa e lavoro contro l’ambiente anche per fini nobili come la tutela dell’occupazione. La questione ambientale diventa gerarchicamente il principio primario, preminente sia rispetto all’aspetto economico sia alla tutela sociale. E allora il diritto del lavoro, dell’ambiente e societario devono iniziare a essere considerati come parti di un tutto costituito dal diritto della transizione ecologica».

«Per capire l’evoluzione del diritto del lavoro dobbiamo capire anche l’evoluzione dell’impresa – ha proseguito Orsola Razzolini – anni fa era chiaro che l’impresa doveva massimizzare il profitto nel breve periodo: non si può chiedere all’imprenditore di perseguire fini di utilità sociale, casomai spetta allo Stato coordinare l’attività di impresa verso fini di interesse sociale. Cosa è cambiato oggi ci aiuta a capirlo la Francia, che in questa materia ha un ruolo pioneristico: nel 2017 ha fatto una legge che impone alle imprese a capo di gruppi trans-nazionali il dovere di vigilanza sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente lungo tutta la filiera globale. Una legge che sottende l’idea che lo Stato oggi, attraverso l’impresa, è in grado di svolgere una funzione indiretta di regolamentazione del mercato globale».

Concluso il “Dialogo” si è tenuta la presentazione del progetto “AGI per i rifugiati”, uno sportello permanente di consulenza giuslavoristica gratuita offerta alle rifugiate e ai rifugiati, affidata agli avvocati Sergio Cosentino e Daniela Palmieri. Nel corso della presentazione è stato proiettato un video dell’attivista afghana per i diritti delle donne Ibrahim Khel (il video è visibile sul canale YouTube di AGI). 

La mattinata si è chiusa con la Tavola Rotonda moderata dalla giornalista de ilfattoquotidiano.it Chiara Brusini dal titolo “Valore del lavoro e politiche retributive”. Hanno partecipato: Eleonora Anselmi, vice presidente nazionale Giovani Imprenditori Confindustria; Paolo Baldazzi, dirigente Responsabile del Settore Lavoro, Contrattazione e Relazioni Sindacali di Confcommercio; Tiziana Bocchi, segreteria confederale UIL; Andrea Borghesi, segretario Generale NIdiL-CGIL; Giorgio Graziani, segretario Confederale CISL; Azzurra Morelli, vice presidente Confindustria Firenze; Carlo Romeo, chief HR Officer e membro del Comitato ESG di Lucart.

Il salario minimo al centro del dibattito. Per Morelli: «L’art. 36 della costituzione che sancisce che i lavoratori e le lavoratrici hanno diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto è soddisfatto dall’applicazione del contratto nazionale. Il tema non è tanto l’inserimento di nuove norme o principi ma far applicare gli strumenti che abbiamo». Anche Anselmi ritiene che: «Il contratto collettivo tutela una serie di scenari che vanno al di là del trattamento economico minimo: tutela il trattamento economico complessivo, che è quello che i lavoratori dovrebbero pretendere, perché comprende anche tutto quello che di welfare l’azienda può e deve offrire». Baldazzi entra nel merito della proposta sottolineando che: «Non ci spaventa una soglia minima oraria più o meno alta, ma non ci piace la filosofia che c’è dietro perché riteniamo che il nostro mestiere da contrattualisti lo sappiamo fare e l’intervento a gamba tesa del legislatore potrebbe annientare la contrattazione. Di soluzioni ne vedremmo altre, per esempio detassazione degli aumenti contrattuali e sostegno al welfare contrattuale con misure strutturali». Dello stesso parere Romeo: «Indebolire la contrattazione nazionale e territoriale è un elemento su cui andare a riflettere». Per Bocchi: «Il salario minimo non è la soluzione al lavoro povero, ma abbiamo troppo spesso condizioni di contratti “pirata”. La proposta di legge finalmente mette al centro la contrattazione e parte dai minimi orari tabellari previsti dalla contrattazione, quindi non vediamo rischi di involuzione del sistema impresa». «Non è la soluzione ma può essere una delle soluzioni – concorda Borghesi – da tempo non si ragionava attorno al salario. Abbiamo accumulato un po’ di ritardo, la dinamica contrattuale può spiegare solo una parte di questo ritardo, c’è anche l’assenza delle politiche industriali, dell’intervento della Stato sui settori strategici, una frammentazione dei cicli produttivi». Graziani infine: «Non siamo contrari al salario minimo tout court, ma alla definizione di una cifra economica fissa come salario minimo legale. Siamo piuttosto per una norma che definisca il salario minimo contrattuale come trattamento economico complessivo. La legge sul salario minimo smonterebbe culturalmente e praticamente quello che è il castello contrattuale faticosamente costruito». 

Al termine della tavola rotonda, la presidente AGI Tatiana Biagioni ha dato la notizia del Nobel della Pace assegnato all’attivista iraniana Narges Mohammadi, vicepresidente del Centro per i difensori dei diritti umani in Iran che da anni si batte contro la pena di morte e per i diritti delle donne. «Che questo premio sia foriero di un vero cambiamento», ha commentato la Presidente.

I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con i 4 workshop.

Altro tema è stato quello dell’Intelligenza Artificiale con i contributi della professoressa di procedura civile all’Universita di Pavia, Cinzia Gamba, dell’avvocato giuslavorista Andrea Stanchi, del presidente della Sezione Civile del Tribunale di Livorno Gianmarco Marinai e con la moderazione di Giulia Merlo, giornalista del “Domani”. Tra chi ne rimarca le potenzialità e chi, invece, teme che questi strumenti cambieranno l’impatto del diritto nella sua configurazione, crediamo che gli avvocati abbiano il dovere di affrontare e governare questo cambiamento, realizzando un uso virtuoso dell'Intelligenza Artificiale negli studi e nelle aule dei Tribunali, in ausilio e a sostegno al Sistema Giustizia e non in sua alternativa o sostituzione.

A chiusura della giornata il ricordo dell’avvocato Riccardo Del Punta e la presentazione della Scuola Alta Formazione AGI.


LA CRONACA DEL 5 OTTOBRE

Nei saluti di apertura, la presidente nazionale AGI Tatiana Biagioni ha voluto ringraziare le avvocate e gli avvocati giuslavoristi accorsi al Convegno: oltre 700 i congressisti da ogni parte d’Italia. «Nell’epoca dell’innovazione tecnologica il lavoro non è più solo un diritto e un dovere, ma anche un valore – ha ricordato Biagioni – una chiave d’interpretazione, questa, per analizzare le sfide della nostra società: disoccupazione e povertà, immigrazione e cambiamento climatico, produzione industriale e impatto ambientale. Quindi la flessibilità, la precarietà, le nuove forme di organizzazione del lavoro in un Paese che è attraversato da un intenso dibattito sul salario minimo e sulla sicurezza, anche per il costante numero di morti bianche. Infine, il tassello strategico e, a mio avviso, ancora sottovalutato delle pari opportunità e della conciliazione».

Quindi la Presidente ha letto il messaggio inviato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Discutere del valore del lavoro a 50 anni dall’introduzione del processo del lavoro è una scelta dettata, scrive il Ministro, “non solo dal lodevole proposito di commemorare la stagione dell’impegni civile, ma anche dall’intento di ritrovarne lo spirito – appassionato e combattivo – per interrogarsi sulle sfide di oggi”. “Negli ultimi trent’anni – continua un altro passaggio della lettera – i giuslavoristi hanno favorito il perfezionamento di riforme che hanno cambiato il volto del diritto del lavoro, come la disciplina del lavoro interinale, quello a termine, il regime delle tutele contro il licenziamento illegittimo. E hanno pagato anche con la vita il loro servizio allo Stato, come è avvenuto per Massimo D’Antona e Marco Biagi”. E ancora: “Anche oggi viviamo in una stagione di estrema difficoltà e di diffusa crisi economica, in cui il lavoro è troppo spesso precario. Le coordinate cambiano e siamo ormai ben oltre il tradizionale inquadramento delle categorie di lavoro autonomo o subordinato. Con la cosiddetta gig economy nuove sfide si sono aperte nella definizione dei rapporti dei lavoratori. Altre ancora si intravedono già all’orizzonte con l’avvento, ad esempio, dell’intelligenza artificiale”. “A questi appuntamenti dovremo arrivare preparati, consci della necessità di porre sempre al centro il valore del lavoro e della persona. Oggi come cinquant’anni fa. E continueremo ad aver bisogno del fecondo, fondamentale, contributo dell’avvocatura”.

Quindi i saluti e le introduzioni di: Maria Agostini, presidente di AGI Toscana; Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana - Istruzione, formazione professionale, università e ricerca, impiego, relazioni internazionali e politiche di genere; Valter Militi, presidente della Cassa Forense; Giampiero Cassi, consigliere del CNF; Alessandra Dalla Bona, componente dell’Ufficio di Coordinamento dell’OCF; Gerardo Boragine, presidente del Tribunale di Lucca; Flaviano Dal Lago, presidente del COA Lucca; Maria Grazia Fontana, presidente del CPO Lucca; Silvia Volpi, vice presidente della Fondazione Giornalisti Toscana; Alfonsina Manfredini, giudice del Lavoro del Tribunale di Lucca; Antonella De Luca, giudice del Lavoro del Tribunale di Lucca.

La giornata si è conclusa con la tavola rotonda sulle specializzazioni moderata dal giornalista de Il Dubbio Errico Novi con la partecipazione delle associazioni specialistiche: avv. Aldo Bottini, Avvocati Giuslavoristi Italiani; avv. Paola Rubini, Unione delle Camere Penali; avv. Cinzia Calabrese, Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minori; avv. Paola Pregliasco, Camera degli Avvocati Tributaristi di Firenze; avv. Antonio de Notaristefani, Unione Nazionale delle Camere Civili; avv. Francesco Paolo Perchinunno, Associazione Italiana Giovani Avvocati.

«In quanto avvocati siamo nati per valorizzare le nostre conoscenze e finalmente siamo usciti dalla clandestinità – ha detto Aldo Bottini, past-president AGI, nel corso del suo intervento – ma ci troviamo sempre in una dimensione tormentata. La storia delle specializzazioni è una storia che va avanti da 20 anni. La legge che le riconosce è del 2012, abbiamo un regolamento ormai definito ma siamo ancora qui che non riusciamo a mettere definitivamente a terra il meccanismo. È inaccettabile. Vorrei che si allontanasse il sospetto che ci sia una più o meno dichiarata volontà di allontanare il processo». «Da anni AGI e altre associazioni specialistiche hanno messo in piedi scuole di specializzazione che sono un modello di eccellenza – continua il giuslavorista – un’esperienza che dovrebbe essere valorizzata dalle istituzioni dell’Avvocatura, mentre assistiamo a un ritardo incomprensibile. I percorsi di comprovata esperienza non sono ancora stati avviati. E riguardo alle scuole, anche se finalmente sono cominciati gli esami per chi ha fatto le nostre scuole negli anni precedenti, quelle nuove non sono ancora partite nonostante le linee guida pubblicate nel maggio di 2023».

 

Un ritardo che va contro l’interesse degli avvocati stessi. «È evidente che il riconoscimento della specializzazione aiuta a comunicare l’importanza del ruolo dell’avvocato che si occupa della materia – conclude Bottini – se vogliamo continuare ad assicurare credibilità alla professione forense non dobbiamo avere paura di un meccanismo di verifica e certificazione delle nostre conoscenze, perché questo garantisce meritocrazia, soprattutto a vantaggio dei giovani. Dobbiamo fare una scelta: buttare via quanto abbiamo raggiunto giustificando un sistema in cui ogni avvocato si proclama ciò che vuole oppure scegliere un percorso di certificazione delle conoscenze. Cominciamo a mettere a terra il meccanismo faticosamente conquistato, poi lo miglioreremo, anche individuando nuovi settori di specializzazione».

La presidente nazionale AGI, Tatiana Biagioni, alla fine della tavola rotonda ha aggiunto: «Dare ai cittadini e alle cittadine un’Avvocatura sempre più efficiente è prioritario. Sono un’avvocata, mi è sempre stato insegnato che le norme vanno applicate. La norma sulle specializzazioni c’è, iniziamo ad applicarla e verifichiamo sul campo cosa eventualmente va modificato. Per me è fondamentale lavorare con tutte le associazioni forensi specialistiche per traghettare il Paese verso un’Avvocatura moderna». «Associazioni specialistiche – prosegue – che sono una risorsa dell’Avvocatura e che devono essere coinvolte e valorizzate nell’interesse dell’Avvocatura stessa».

LINK UTILI

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